

Colognora 28 giugno 2025 – Un sabato al Museo del Castagno a Colognora di Pescaglia per i soci del Panathlon Club di Lucca, che lo scorso 28 giugno hanno visitato questo suggestivo insieme di ambienti, opportunamente allestiti “alla maniera antica”, in cui sono stati raccolti gli oggetti, gli strumenti e gli attrezzi appartenuti alla civiltà contadina del luogo, con l’obiettivo di ridare vita ed evidenza alle capacità creative e le esperienze di lavoro dei padri. Il percorso di realizzazione di questo museo davvero originale, che negli anni ha suscitato interesse a livello nazionale e non solo, è iniziato nel 1978, grazie alla buona volontà di un gruppo di paesani, che si sono riuniti in un comitato con l’intento, riuscito, di creare attenzione verso questo mondo in via di estinzione.
A illustrare le peculiarità di questi locali, amorevolmente ristrutturati in armonia con la cornice medievale del paese, è stato il direttore Angelo Frati, socio Panathlon, come sempre perfetto padrone di casa, il quale ha raccontato ai presenti la storia del Museo del Castagno, che ha preso ufficialmente questo nome a partire dal 1985.
Dopo il saluto del presidente del Panathlon di Lucca Lucio Nobile, che ha ringraziato per l’opportunità e ha evidenziato la vicinanza “storica” tra il club e la struttura di Colognora, con cui nella giornata del 28 giugno è stato concordato di rinverdire questa alleanza che negli anni passati aveva visto il Club e il Museo organizzare insieme eventi legati alla riscoperta degli sport antichi.
L’incontro è stato allietato dagli aneddoti, dalle rime e dalle battute, rigorosamente in vernacolo lucchese, di Domenico ‘Gavorchio’ Bertuccelli e Giovanni ‘Gigi’ Giangrandi, tra i veri custodi del linguaggio contadino lucchese, quello di ‘Lucca fòra’, ma anche del parlare forbito di ‘Lucca drento’.
Appassionati, brillanti e irriverenti, ‘Gavorchio’ e ‘Gigi’ – molto legati e spesso presenti al Museo del Castagno – hanno intrattenuto divertito i presenti, raccontando alla loro maniera il carattere di Lucca e dei lucchesi.
Sono tra i principali eredi di una dinastia di vernacolieri famosi, iniziata da Adelfonso Nieri e proseguita con Cesare Viviani, Sono anche accomunati da un affetto profondo per “Le poesie di Geppe” di Gino Custer De Nobili (1906).
La chiusura di questa conviviale un po’ particolare ha poi avuto luogo al ristorante “Il guerriero”, poco distante dal museo, in località Grabbia a Vetriano.







