Il Panathlon di Lucca sull’arbitro aggredito ad Arezzo:  “Ferma condanna del gesto e solidarietà al giovane direttore di gara”

In merito al grave fatto di violenza avvenuto lo scorso 8 giugno ad Arezzo, con un giovane arbitro che è stato aggredito, al termine di un torneo di calcio giovanile, dal padre di uno dei giocatori, riportando serie conseguenze (40 giorni di prognosi), il Panathlon Club di Lucca, tramite il proprio presidente Lucio Nobile, esprime il proprio sdegno per questo episodio avvenuto non lontano da Lucca, nella stessa regione.

“Purtroppo – evidenzia Nobile, parlando a nome del direttivo e di tutti i soci del Cub lucchese – ogni anno si ripropongono, immancabili, nel nostro calcio episodi di violenza fisica e verbale nei confronti di direttori di gara, il più delle volte giovani che arbitrato nelle categorie inferiori, spesso solo per il fatto che svolgono, con equilibrio ed equità, il proprio compito sul terreno di gioco”.   

“Come Panathlon – prosegue Nobile –  riteniamo giusto prendere posizione contro una deriva assurda e auspichiamo che la stessa Associazione Italiana Arbitri (AIA) questa volta assuma decisioni forti, magari anche clamorose, per dare un segnale alla comunità e per far capire che davvero si è superato il limite.

Non è questo il calcio, lo sport che vogliamo. Alla base della nostra idea di pratica sportiva ci sono infatti la correttezza e la lealtà. Ne derivano la netta condanna di ogni forma di violenza, come del doping, del razzismo e di tutte le discriminazioni. Il collante tra questi principi, che allo stesso tempo ne costituisce il fondamento, è la cultura del fair play, valore da applicare non solamente sui campi di gioco ma a cui riferirsi come stile di vita. Lo sport, poi, non deve essere solo una competizione ma anche un mezzo per educare.

Non possiamo quindi capire come una giornata di festa, dedicata a bambini di 12-13 anni al loro primo approccio con il calcio a 11, possa degenerare in un atto così grave come quello avvenuto ad Arezzo.

Condanniamo ancora con fermezza l’episodio ed esprimiamo la nostra solidarietà al giovane arbitro e a tutti i suoi colleghi vittime di violenza, invitandoli comunque a tenere duro. 

C’è bisogno di una risposta ferma e condivisa da parte di tutte le componenti – società civile, famiglie, istituzioni, enti ed associazioni – per difendere la dignità del calcio e la serenità dei giovani atleti e per valorizzare i principi etici e del fair play, che sono fondamentali, nello sport e nella vita”.